SCREENING PRENATALE DELLE ANOMALIE CROMOSOMICHE
IL TEST COMBINATO
INTRODUZIONE
Il Test Combinato è uno dei metodi per lo screening della sindrome di Down e di altre anomalie cromosomiche. Il test si effettua tra 11 e 13 settimane di gestazione, con uno specifico esame ecografico che misura la translucenza nucale e l’assenza/presenza dell’osso nasale ed un prelievo di sangue materno per il dosaggio di due ormoni (free-betahGC e PAPP-A).
Il test combinato elabora tutte le informazioni raccolte, e calcola per ogni donna il rischio di avere un feto con la sindrome di Down. Le donne con test di screening “positivo”, ad alto rischio, hanno la possibilità di effettuare il prelievo dei villi coriali o l’amniocentesi per lo studio dei cromosomi fetali. Con il test si individuano anche le donne a cui offrire un esame ecografico di II Livello per la diagnosi di malformazioni.
Cos’è la sindrome di Down?
E’ una sindrome caratterizzata dalla presenza di un cromosoma 21 in eccesso (trisomia 21) nelle cellule del bambino che si sta formando. Circa 1 bambino su 800 nasce con la sindrome di Down. Di solito la sindrome non è ereditaria, e può quindi nascere un bambino affetto in famiglie che non hanno mai avuto alcuna precedente patologia congenita. La probabilità di avere un feto affetto aumenta con l’età della madre, ad esempio le donne di 25 anni hanno 1 probabilità su 1.350 di avere un feto affetto, quelle di 43 anni 1 su 50.
La sindrome di Down è la causa singola più comune di disturbo mentale ed è spesso associata a
problemi fisici come anomalie cardiache (1 caso su 2) o disturbi visivi e uditivi. Prima della nascita non è possibile valutare il grado di disabilità.
Cos’è il test combinato?
E’ la valutazione del rischio di anomalie basato su dati ecografici e laboratoristici. Tra 11 e 13
settimane, con una specifica ecografia, si valuta l’età gestazionale con la lunghezza del feto e si misura una struttura anatomica a livello della nuca definita Traslucenza Nucale (NT); si dosano nel sangue materno due sostanze, una particolare proteina plasmatica, PAPP-A, ed un ormone gestazionale, la freebeta HCG.
La concentrazione delle due sostanze, lo spessore della NT e l’età materna consentono di calcolare il rischio di sindrome di Down e di altre rare anomalie cromosomiche (per esempio la trisomia 18, una anomalia rara e di solito letale). Si tiene conto dell’età materna perché la probabilità di queste anomalie cromosomiche aumenta con l’età materna.
Una misura anomala di NT esprime anche un rischio aumentato per alcune malformazioni, ad esempio cardiache o scheletriche.
Che cosa si intende per rischio?
Il rischio esprime la probabilità che un evento si verifichi. Per esempio, un rischio di sindrome di Downdi 1 su 100 significa che se 100 donne hanno questo risultato del test, ci si attende che una di queste abbia un neonato con la sindrome e che 99 abbiano invece un nato non affetto.
Il test di screening non è diagnostico, ma offre una valutazione personalizzata del rischio.
Che cosa significa risultato positivo del test?
Un risultato positivo dello screening (o alto rischio) significa che la donna ha un rischio di anomalia fetale superiore a quello della popolazione generale. In questo caso, le saranno offerte le possibilità diagnostiche (eventuale prelievo di villi coriali o l’amniocentesi, esame ecografico di II Livello). Per la sindrome di Down, secondo le indicazioni delle Società Scientifiche e le disposizioni del Ministero della Sanità Italiano, si considerano a rischio le donne per le quali il calcolo porti a valori di rischio uguale o superiore a 1 su 350. Circa 5 su 100 donne sottoposte al test combinato saranno nel gruppo a rischio e di queste circa 1 su 30 avrà il feto malato, cioè la maggior parte delle donne positive al test di screening non avrà un feto affetto dalle sindromi ricercate.
Che cosa significa risultato negativo del test?
Un risultato negativo dello screening significa che la probabilità di feto affetto è bassa, cioè inferiore ad 1 su 350 per la sindrome di Down, e nei valori della popolazione generale per le altre anomalie indagate. Tuttavia un risultato negativo dello screening non esclude la possibilità che il feto sia affetto dalle anomalie per le quali si esegue lo screening. Si può calcolare che si verifica un caso di risultato falso negativo ogni 4.000 test, il test combinato è in grado di identificare circa 83 su 100 feti Down (sensibilità è di circa 83%).
Quando si ha il risultato del test combinato cosa si fa?
Il risultato sarà espresso in termini di rischio numerico, facendo riferimento ai valori ricordati sopra, per le anomalie cromosomiche.
Per il rischio di malformazioni individuato con la misura della NT, al momento della misura sarà programmato l’esame ecografico di II livello e l’ecocardiografia fetale per lo studio del cuore fetale.
Quali sono le garanzie sulla correttezza dell’esecuzione del test combinato ?
Il Laboratorio di Analisi è periodicamente sottoposto a verifiche di qualità secondo i programmi
UKNEQAS (verifica esterna di qualità dell’UK).
Gli operatori Ginecologi Ecografisti che effettuano la misurazione della Translucenza Nucale sono
sottoposti periodicamente ogni anno al controllo della casistica e della qualità del lavoro, essendo accreditati presso la Fetal Medicine Foundation (FMF) di Londra oppure la Società Italiana di Ecografia Ostetrica e Ginecologia(SIEOG), che si occupa di verificare periodicamente l’attività del Centro e dei singoli operatori.
Quali sono le possibilità diagnostiche se il risultato del test combinato è positivo?
Con risultato positivo del test combinato è offerta la possibilità di test diagnostici.
Se il test è positivo per rischio di sindrome di Down o altre anomalie cromosomiche, è possibile effettuare l’amniocentesi o il prelievo di villi coriali.
TEST DIAGNOSTICI PRENATALI
Il prelievo di villi coriali è un esame sicuro e innocuo?
Il prelievo di villi coriali si effettua intorno alla 11°-13° settimana: consiste in una puntura, attraverso la parete addominale ed uterina materna, dell’utero e nella aspirazione di una piccola quantità di tessuto coriale che circonda il sacco gestazionale. Le cellule contenute nel prelievo sono coltivate in laboratorio.
Entro 72 ore è disponibile la risposta per le più frequenti anomalie (cromosomi 13, 18 e 21), mentre dopo 18-22 giorni si ha la risposta del cariotipo completo. Si tratta di una metodica utilizzata da circa 20 anni, ed i risultati errati sono eccezionali (inferiori ad uno su 3.000 se l’esame è eseguito solo con il metodo diretto, circa 1 su 20.000 esami se l’esame è effettuato sia con metodo diretto che colturale).
Nel nostro Centro il rischio di aborto dopo prelievo di villi è di circa 1/100, analogo a quello dei
maggiori Centri di diagnosi prenatale.
L’amniocentesi è un esame sicuro e innocuo?
L’amniocentesi si effettua intorno alla 16°-18° settimana: consiste in una puntura, attraverso la parete addominale ed uterina materna, della cavità amniotica e nella aspirazione di una piccola quantità del liquido amniotico che circonda il feto. Le cellule contenute nel liquido sono coltivate in laboratorio.
Entro 72 ore è disponibile la risposta per le più frequenti anomalie (cromosomi 13, 18 e 21), mentre dopo 18-22 giorni si ha la risposta del cariotipo completo. Si tratta di una metodica utilizzata da 30 annied i risultati errati sono eccezionali (inferiori ad uno su 5.000 esami).
Nel nostro Centro il rischio di aborto dopo amniocentesi è di circa 1/100, analogo a quello dei maggioriCentri di diagnosi prenatale.
Che cosa si può fare se vi è una diagnosi di sindrome di Down o di altre malformazioni. La diagnosi di patologia fetale viene comunicata alla donna/coppia dai medici del Centro insieme con le Psicologhe. E’ offerta una consulenza multidisciplinare con Specialisti Pediatri competenti nei diversi settori (Cardiologico, Chirurgico, Cardiochirurgico, Urologico, Neurochirurgico, Ambulatorio Down ecc.). L’approfondimento diagnostico può consentire una certa valutazione prognostica ed indicare le possibili terapie postnatali. L’interruzione di gravidanza è una delle opzioni possibili, secondo la legislazione italiana (art.6 della legge 194).
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